Ogni attività professionale richiede una adeguata preparazione perché la persona arrivi a costruire le proprie “forme” concettuali e pratiche in ordine ai fini specifici del proprio “fare”, o meglio del “proprio essere nel saper fare”. La professione è ideata e scelta, la professionalità che la “veste” è costruita progressivamente ed alimentata costantemente.
Anche l’approccio alla Cultura Psicomotoria e specificatamente alla Pratica Psicomotoria Aucouturier (PPA), da parte di persone che avvertono una certa “curiosità” o un motivato interesse ad essa, si origina e nasce da “qualcosa che è già là” in loro, “nell’erba della propria conoscenza”. E’ il processo formativo che esse percorreranno che potrà “corroborare” o “abbeverare solo in superficie il terreno del piccolo seme”.
Il processo formativo alla Pratica Psicomotoria Aucouturier (“PPA”), prendendo a prestito una parte del pensiero del Dott. Ettore Perrella (psicanalista) ha il fine di produrre “per il soggetto, la necessità di occupare la posizione” di psicomotricista, specialista in PPA.
La Formazione triennale alla PPA è una formazione alla pratica col bambino “e tutte le pratiche si apprendono praticandole: si impara a camminare camminando e si impar a a nuotare nuotando. Non si prendono prima lezioni di come si cammina o si nuota, dopo di ché ci si mette per strada o ci
si tuffa. Le “lezioni”, se così possiamo chiamarle, possono solo accompagnare l’esperienza.” (E. Perrella)
La formazione alla PPA non può essere intesa come “la messa in atto d’una teoria standardizzata e precostituita” (E. Perrella)
Essa, certo, presuppone l’apprendere di un pensiero-concettuale che l’autore della PPA, Prof. Bernard Aucouturier, ha costruito nella sua ricerca quarantennale,
ma richiede, allo stesso tempo, l’impegno da parte del soggetto partecipante a una dinamica di incorporazione-riformulazione su base personale, una reinterpretazione a partire dalle domande che ognuno si pone, mantenendo costante il focus al quadro, ai principi e agli obiettivi.
L’apprendere il quadro metodologico-teorico-pratico della Pratica Psicomotoria – secondo gli studi e la ricerca del Prof. Bernard Aucouturier – passa attraverso lo svolgimento delle tre aree che la distinguono – area teorica, area dell’esperienza di pratica psicomotoria col bambino, area dell’esperienza personale tramite la via corporea – e che si integrano tra loro in un progetto mirato ad obiettivi di coerenza, di funzionalità, di sostegno all’auto formazione, alla riflessione e alla ricerca.
“Riflettere significa non perdere mai quell’equilibrio che ci consente di non perdere mai il senso della vita e, sul piano professionale, significa sviluppare quelle capacità di acume, di curiosità, di gestione degli errori e delle incertezze.” (C. Ziglio)
Come équipe di Formatrici EIA (Ecole Internationale Aucouturier) di ARFAP Bassano S.n.c. siamo ben convinte che ogni percorso formativo diviene per noi
fonte di studio, di riflessione, di apprendimento, di arricchimento, a partire da quanto ogni partecipante “ci fa dono”, mantenendo cosi una viva attenzione all’attualità della cultura pedagogica, psicologica, scientifica generale ed agli avvenimenti del mondo della Psicomotricità (ruolo dello psicomotricista, terapista della neuro e psicomotricità, nuovi riconoscimenti di figure professionali, L. 4/2013 riguardo lo psicomotricista dell’area socio-educativa).
Prendendo a prestito un pensiero di B. Aucouturier e A. Lapierre, dal testo “La simbologia del movimento”, pag.134 riferito all’educazione e alla figura dell’educatore e sostituendo i termini educazione ed educatore conformazione e formatore, intendiamo, di fatto, sostenere il Valore, il Senso e la
Responsabilità che per noi tiene ogni processo formativo.
“Ripensare la formazione, è sovvertire totalmente i valori. E’ accordare la priorità all’essere e non all’avere. (…).
In questo tipo di formazione, il processo essenziale, quello su cui è centrata costantemente l’attenzione del formatore, non è più il processo d’insegnamento,
di trasmissione di sapere, ma il processo di evoluzione della persona.”
La nostra idea di fondo, d’altra parte ben sostenuta dall’autore-creatore della PPA Bernard Aucouturier, è che la Pratica Psicomotoria Aucouturier non può essere inscritta in un percorso universitario, vincolata alle formalità d’insegnamento determinate per legge, poiché sia nella pratica con il bambino sia nella formazione dell’adulto il punto focale è il processo d’evoluzione della persona a livello tonico-emozionale-empatico.
Ettore Perrella parlando della formazione dell’analista dice:
“Esercitare il mestiere dell’analista è come praticare un’arte. E la pratica delle arti s’impara con l’esercizio, non acquisendo un sapere precostituito. Inoltre il sapere di cui deve disporre un analista non sta racchiuso in nessuna facoltà universitaria.”
Riformulando tale pensiero in ordine allo psicomotricista-specialista in PPA è possibile affermare che il processo formativo motivi la persona partecipante a divenire sempre più “curiosa” di se stessa e dell’altro per aprirsi all’ “arte” della relazione, della comunicazione, della creazione, dando espressione alle personali risorse per progressivamente costruire un sistema di attitudine vivo e risonante con l’altro.
Tenendo in conto gli effetti storico-socio-economici, storico-normativo-professionali e culturali che fanno da sfondo alla promozione-formazione alla cultura psicomotoria e in particolare alla “specializzazione” alla PPA secondo le linee di pensiero e della pratica del Prof. Bernard Aucouturier,
l’equipe di ARFAP Bassano ha riformulato la struttura della formazione triennale in una modularizzazione temporale che accompagna la persona dalla Pratica Psicomotoria educativa–preventiva riferita al gruppo classe o sezione di bambini e nei Centri PPA riconosciuti dall’EIA, alla Pratica Psicomotoria a piccolo gruppo in ambito istituzionale e privato, all’Aiuto Psicomotorio terapeutico a piccolo gruppo o individualizzato.
Il Prof. Bernard Aucouturier stesso ha ravvisato il processo formativo come una sorta di “passerelles” che “aiutano” la persona-partecipante a “creare” la tonalità della propria professionalità.
IL CORSO
La frequenza ai tre Moduli (1°, 2°, 3°) costituisce il Triennio di formazione in Pratica Psicomotoria Aucouturier per un totale riconosciuto di 2400 ore, conducendo progressivamente i partecipanti dal campo dell’Educazione al campo dell’Aiuto psicomotorio a piccolo gruppo nel quadro dell’istituzione scolastica fino all’approccio della pratica di Aiuto Psicomotorio al bambino in difficoltà o con handicap da svolgere individualmente e/o a piccolo gruppo.
– acquisire competenze attitudinali per la gestione della seduta di pratica psicomotoria educativa con un gruppo di bambini.
2° anno: il percorso ha l’obiettivo di permettere ai partecipanti di:
– approfondire i temi dell’Aiuto psicomotorio a piccolo gruppo, quale modalità di intervento in campo preventivo
– educativo in contesti istituzionali scolastici e privati;
– acquisire qualità attitudinali di percezione, ascolto, comprensione di eventuali stati di malessere di alcuni bambini, per operare una pedagogia di “aiuto-cura-accompagnamento” mirata a favorire il processo di maturazione psicologica dei singoli soggetti;
3° anno: il percorso ha l’obiettivo di permetter e ai partecipanti di:
– analizzare le tematiche della prevenzione
– cura considerata all’interno di una dimensione progettuale che coinvolge non solo il singolo ma anche sistemi relazionali e istituzionali più ampi;
– affrontare in modo mirato alcuni aspetti di “difficoltà” nel processo di maturazione psicologica del bambino e nel suo percorso personale ed istituzionale relativo agli apprendimenti scolastici.